giovedì 30 gennaio 2014

Alta Roma - Day 2

Domenica è stata una giornata intensa tra sfilate, incontri e pianificazioni di nuove collaborazioni.
La meraviglia di questo blog e di tutto ciò che ci gira intorno è che da un caffè, due chiacchiere e il momento giusto, nascono idee e collaborazioni stupende.

Prima di tutto vorrei ringraziare il Relais Giulia, un boutique hotel bellissimo che ha ospitato me e Franz durante Alta Roma e che avrà un post di riguardo nella rubrica Best Places in Roma.
Un grazie immenso all'organizzazione del Relais che ci ha coccolati in una stanza da sogno.

Nino Lettieri ha rivisitato il bon ton ispirandosi alle linee degli anni 50 e utilizzando il plissè, antica tecnica sartoriale mai finita in secondo piano. 
Le stampe sono state disegnate da Lettieri, la palette di colori è classica e spazia dal bianco al nero ai grigi brillanti. I pantaloni hanno una lunghezza che io non amo molto, ho preferito le trasparenze sexy delle piccole tuniche  e le proporzioni sontuose dei top con i quali Lettieri gioca regalando loro scenografica importanza.







Renato Balestra ipnotizza me e la platea con un'esplosione di raffinatezza: la sua Donna di Giorno non è meno chic di quella che sboccia la Sera grazie a tessuti fluttuanti e leggiadri. Balestra non si smentisce mai e regala quell'allure e quella grazia che ogni donna desidera grazie ai particolari.
Meravigliosa la sua sposa che somiglia a una ninfea preziosa, stupendi i bianchi e neri resi regali da applicazioni di swarovsky.








Gianni Molaro prende ispirazione dall'Africa e rende le sue donne tribali, sexy e un po' selvagge, ma senza togliere loro regalità. Pettinature che ricordano lunghi bracciali (e che probabilmente hanno fatto si che la sfilata iniziasse con 40 minuti di ritardo), tanto oro, giallo sole e rosso intenso che ricorda i tramonti infuocati africani. Mammelle di stoffa, abitini che sembrano grembiulini da cucina con ricamate immagini tribali e applicazioni in plexiglass: provocazione a tutti i costi o ricerca creativa? In ogni caso, niente male. Chapeau alla regale e sinuosa sposa, meravigliosa.


  




La stilista libanese Mireille Dagher resta una delle mie favorite, forse perché mi immagino cantare con i suoi abiti che sembra danzino nel vento da quanto sono impalpabili e delicati. Trasparenze mai volgari, colori neutri e bon ton che ricordano spiagge e acqua di quel mare che ha ispirato la sua collezione. La sua è una Sera che emoziona, che porta la mente a sognare momenti indimenticabili come i suoi abiti. Applausi a scena aperta.







ph Courtesy Franco Olivetti